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Olio dell’Orto dei fuggiaschi

Le cultivar Minucciola, Ogliarola, Olivella, Pisciottana, Ravece, Rotondello, oltre la Nostrale oggi a rischio di estinzione continuano a nascere dagli olivi di Pompei. Il sito archeologico, tra i più visitati al mondo, un tempo cittadina romana di grande prestigio ha centinaia di alberi di olivo.
Il Parco archeologico di Pompei che ne è custode ha aperto una azienda agricola per valorizzare le piante di ulivo, oltre le vigne ed altre piante da frutto.

Da un anno si produce PÙMPAIIA, con il riconoscimento di certificazione IGP CAMPANIA.

E nell’Orto dei Fuggiaschi (Regio I, insula 21, civico 6), così chiamato perché sono stati ritrovati i resti dei pompeiani morti per l’eruzione del Vesuvio, si procede alla frangitura (estrazione con frantoio) delle olive appena raccolte e potranno degustare l’olio IGP di Pompei.

I siti archeologici vesuviani sono custodi di un patrimonio naturale e paesaggistico eccezionale, che si aggiunge all’unicità di quello archeologico. L’olivo, pianta millenaria del paesaggio agricolo del Mediterraneo, è una delle specie più caratteristiche nelle aree verdi del Parco.

La raccolta delle olive viene effettuata presso tutti i siti del Parco e, in particolare, a Stabia e a Civita Giuliana dove sono presenti, in continuità con il mondo arcaico, le piante.

Presso l’orto dei fuggiaschi si utilizza un piccolo molitore.

“I Ragazzi di Plinio”, giovani del territorio con autismo e/o disabilità cognitiva impegnati in attività agricoltura sociale nei siti del Parco a cura del Cooperativa sociale IL TULIPANO Onlus, con il supporto dei neuropscichiatri infantili dell’ università Federico II di Napoli ed i terapisti centro medico riabilitativo di Pompei, organizzano gli assaggi dell’olio IGP di Pompei.

redazionale

Direttore del GrandFoood e di Napolipost

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