Pellegrino Artusi il primo blogger gastronomico della storia
Pellegrino Artusi il primo blogger gastronomico della storia
Duecento anni fa nasceva Pellegrino Artusi. Il grande gastronomo, autore de ‘La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene’, a distanza di secoli può essere considerato il ‘primo blogger della storia’ chiarisce il professore Massimo Montanari.
Montanari ricorda l’opera dello straordinario Artusi nel corso di un webinar organizzato dall’Istituto di cultura a Praga. In corso la 5° settimana della ‘Cucina italiana nel mondo’ dedicata a Pellegrino Artusi.
Artusi non era un cuoco, ma un gourmet (nato nel 1820 a Forlimpopoli in Romagna) commerciante di tessuti e aspirante letterato. Dedicò quasi tutta la sua vita alla realizzazione e diffusione del suo ricettario, che rifiutato da vari editori, pubblicò a proprie spese. Si occupò personalmente della spedizione del libro e corrispondeva con lettori e lettrici, che gli indicavano ricette, suggerivano modifiche e dispensavano consigli.
Il libro ebbe uno straordinario successo pubblicato in molte edizioni.
Dal 1891, anno della prima pubblicazione al 1911, vi furono continui aggiornamenti. Si stima siano state vendute circa un milione e mezzo di copie.
Massimo Montanari, professore dell’Università di Bologna spiega il grande gastronomo: “E’ incredibile, Artusi, continua ad avere successo, imprimendosi nella consuetudini e nell’immaginario collettivo. Artusi è un libro più che un autore. Il fatto è che, era già così nel 1905, quando Alfredo Panzini autore di un dizionario inserì tra i lemmi anche la parola Artusi. Il libro è un progetto civile, perché egli volle dare un contributo alla crescita dell’Italia. Ciò di cui la nuova Italia aveva bisogno era di avere una cultura condivisa. Egli raccolse ricette di varie provenienze. Dalla patria romagnola alla Toscana e non solo. Fece lo sforzo di includere tradizioni gastronomiche da tutto il paese. Volle dar conto della ricchezza gastronomica dell’Italia corrispondendo con i suoi lettori attraverso la posta e raccogliendo dal vivo le ricette. La cucia che rappresenta, non è inventata a tavolino, ma vera. Il secondo segreto è il coinvolgimento dei lettori nella realizzazione dell’opera. Un work in progress attraverso il servizio postale. Strumento di comunicazione straordinario con i lettori, che cominciarono a scrivergli per suggerire varianti e nuove ricette. Il metodo fu assolutamente rivoluzionario, innovativo. Il libro è un grande blog, il primo della storia. Artusi intercettava culture gastronomiche di luoghi che non gli erano familiari. Ad esempio, Artusi ignorava in un primo tempo, la cucina siciliana, ma già nella seconda edizione del 1895, incluse, i maccheroni alle sarde alla siciliana. Qualcuno tra le sue lettrici gliele aveva consigliate”.
Il libro, non è soltanto un ricettario, ma una testimonianza importantissima della vita e della cultura dell’Italia dell’epoca. I suoi ‘pubblici’ come si chiamerebbero, oggi, i suoi lettori erano borghesi, popolani, casalinghe e curiosi. Leggevano e si confrontavano attraverso le lettere, ora si userebbero internet ed i blog, con Artusi. Artusi stesso, nel raccontare le ricette, faceva riferimento a storie di vita. Artusi con la sua opera è oggi ricordato, proposto, studiato da Casa Artusi, istituzione di Forlimpopoli che ne cura sapientemente la memoria nella direzione di una formazione di giovani e non per una cucina italiana e d’Italia, sempre più simbolo di eccellenza.
Il gastronomo, che ha consegnato all’Italia ed al mondo la ‘bibbia’ della cucina domestica, è ancora un riferimento fondamentale dell’identità gastronomica italiana composta dalla diversità di culture, dalla ricchezza dei territori e dalla bontà dei prodotti.