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Olio, bottiglia più antica del mondo rinvenuta ad Ercolano

Olio, bottiglia più antica del mondo rinvenuta ad Ercolano

Olio la bottiglia più antica del mondo è stata studiata da un gruppo di ricercatori di Agraria della Federico II. L’olio ‘archeologico’  fu rivenuto ad Ercolano. La bottiglia è conservata al Museo archeologico nazionale. Lo studio finisces sulla rivista internazionale NPJ Science of Foods del gruppo Nature.

Si tratta di un’enigmatica sostanza solida dalla consistenza cerosa ritrovata con tutta probabilità a Ercolano nel corso degli scavi archeologici iniziati dal Principe d’Elboeuf nel 1738 e continuati da Carlo di Borbone.

Gli studi effettuati dal team di ricercatori dell’Università di Napoli Federico II, del CNR e dell’Università della Campania Vanvitelli hanno confermato che il materiale organico originariamente presente nella bottiglia era olio d’oliva.

 

Olio, bottiglia più antica del  mondo danneggiata da eruzione

Le alte temperature a cui la bottiglia è stata esposta al momento dell’eruzione del Vesuvio e dei profondi cambiamenti che si sono verificati nei quasi due millenni di conservazione in condizioni incontrollate, porta le tracce di profonde modificazioni chimiche tipiche dei grassi alimentari alterati.
Rispetto a questi ultimi è sopravvissuto davvero molto poco delle tipiche molecole dell’olio d’oliva: i trigliceridi che rappresentano il 98% dell’olio si sono scissi negli acidi grassi costitutivi; gli acidi grassi insaturi si sono completamente ossidati generando degli idrossiacidi che a loro volta, con una lenta cinetica, nel corso di circa 2000 anni, hanno reagito fra di loro formando dei prodotti di condensazione, le estolidi, mai osservati in precedenza nei processi convenzionali di alterazione naturale dell’olio d’oliva.

La sostanza grassa (d) nel corso dell’irrancidimento ha, inoltre, prodotto una moltitudine di sostanze volatili che sono quelle rintracciabili in un olio fortemente rancido, derivanti dalla decomposizione dell’acido oleico e linoleico. Il profilo degli acidi grassi saturi e quello dei fitosteroli hanno consentito poi di stabilire con certezza che la materia grassa era di origine vegetale e non conteneva grasso di origine animale, ampiamente utilizzato dalle popolazioni dell’epoca, e che si trattava inequivocabilmente di olio di oliva.

Olio bottiglia più antica del mondo studiata da ricercatori

Nell’ambito di una collaborazione tra Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II e Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) avente come oggetto lo studio sistematico dei reperti organici conservati nei depositi del MANN, nel 2018 un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Agraria (DiA) aveva avviato una ricerca sul contenuto di una bottiglia di vetro conservata nei depositi del Museo. I depositi del MANN custodiscono i materiali recuperati nelle fasi più antiche degli scavi avviati da re Carlo di Borbone in area vesuviana quindi il periodo borbonico ed i decenni successivi; la bottiglia in particolare pare provenire da Ercolano, ma, analogamente a molti altri reperti, con il tempo è andata perduta l’informazione relativa all’epoca del suo recupero. Lo spunto che ha dato l’avvio a questo studio si deve ad Alberto Angela che durante un sopralluogo ai depositi del MANN notò il fatto che la bottiglia fosse ancora piena per più di metà del suo contenuto. L’ipotesi di Angela era che si potesse trattare di vino, ma le analisi hanno portato ad un risultato diverso e per molti versi sorprendente ed inatteso. Le ricerche condotte da un team multidisciplinare coordinato dal professore Raffaele Sacchi, del Dipartimento di Agraria, hanno consentito per la prima volta di verificare l’autenticità e caratterizzare l’identità molecolare di un campione di olio di oliva conservato all’interno di una bottiglia di vetro sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 dC.

Elisabetta Donadono

Elisabetta Donadono, napoletana, giornalista, comunicatrice e sommelier dell’olio extravergine d’oliva ha ideato prima napolipost.com e poi il grandfood.it. Due esperienze editoriali che propongono una lettura nuova, positiva, emozionale e coraggiosa delle eccellenze d’Italia. Dall’arte al cibo, dal cibo all’arte, i percorsi giornalistici indagano l’arte ed il cibo, raccontandoli in modalità nuova, in chiave originale, in versione fantasiosa. Articoli che hanno anticipato ed anticipano la conoscenza di luoghi, prodotti, persone, oggetti utilizzando di volta in volta tutti i sensi. Il grandfood.it nasce dopo i libri Il Grand Food Campania ed Il Grand Food Lazio, due libri per circa 100 racconti di cibi ‘gustati’ attraverso i monumenti e l’arte osservata cucinando buon cibo. Il Grand Food, in versione web e sociale è una nuova sfida tutta da fare con e per i lettori!

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