Ristoranti, Il ritorno alla semplicità
Ristoranti, il ritorno alla semplicità. La tavola della ripresa. Lo chef Ronny, chef di Bacalajuò, (Acerra) ci racconta la riapertura ed il ritorno dei clienti.
“Voglia di mangiare cose semplici, desiderio di ritornare a sedersi a tavola e volontà di rispettare le regole anti pandemia”. Secondo Ronny, è questo l’identikit del cliente in era di vaccini anti-covid_19.
A poche ore dalla ripresa della ristorazione, anche negli spazi interni, la prova generale all’esterno per chi ha potuto, come è andata?
“Non ci possiamo assolutamente lamentare, anche se non si tratta di numeri pre-pandemia. Ma riscontriamo una grande voglia di ritornare a sedersi al ristorante. Certo, siamo tutti provati da questa esperienza, ma noto che la gente vuole riappropriarsi della normalità. Andare al ristorante è sicuramente un modo per ritornare ad una vita ordinaria”.
Quali sono i piatti richiesti?
“Sicuramente le insalate. Noi le proponiamo con le verdure e gli ortaggi di stagione sia a base di baccalà che di stoccafisso. C’è molta attenzione alla dieta. Direi siamo dinanzi ad una cucina ‘fitness’. Dopo le grandi abbuffate in casa, a base di lievitati, si cercano sapori a base di prodotti molto naturali e del periodo. In linea, con quanto proponiamo da sempre, abbiamo arricchito il nostro menù con piatti appunto a base di vegetali”.
Continuate a proporre i piatti tradizionali?
“Certo. Abbiamo pensato di non dover cambiare il nostro modo di lavorare ma anzi abbiamo deciso di arricchire il menù tenendo in carte sempre proposte come il baccalà in cassuola. Del resto il locale attrae molto i giovani che sanno apprezzare e riscoprire le antiche tradizioni. Il baccalà e lo stoccafisso nelle varie versioni che prepariamo piace anche a questa parte di clienti che vengono da noi per gustarlo. Si è pensato anche a piatti poveri come lo spaghetto del pescatore che ha le cialde di baccalà ma è condito con cose molto semplici. La ripresa c’è. Io sono ottimista perché i clienti non si sono assolutamente dimenticati di questo posto particolare ad Acerra”.
Lei non proviene da un percorso formativo ordinario. La cucina ha sostituito le sale museali?
“La laurea in Beni culturali presa al Sor Orsola Benincasa a Napoli è per ora nel cassetto. Ho messo in pratica una antica passione che ho coltivato con corsi importanti di formazione e poi diverse esperienze sul campo tra Napoli e Milano. L’incontro con Luigi Esposito ha poi fatto sì che diventassi chef di questo locale ad Acerra. Speriamo anche presto di aprire in nuovi posti. La ristorazione è un settore che ha sofferto ma credo che ci sarà da lavorare. In questi mesi ho continuato ad immaginare proposte culinarie da far assaggiare ai clienti tradizionali ma anche a quelli nuovi che vorranno venire a trovarci. Di nuovo a tavola a mangiare socializzare. Un bel traguardo”.