Il carciofo violetto di Sant’Erasmo, un tesoro degli orti della Laguna
Sant’Erasmo, Vignole, Lio Piccolo – Cavallino Treporti, Mazzorbo. In queste quattro meravigliose isole della Laguna di Venezia si coltiva un prodotto agroalimentare tradizionale: il Carciofo violetto di Sant’Erasmo. Da secoli, in questi luoghi che conservano la vocazione agricola, si coltiva tale prelibatezza anche se in piccole quantità. I carciofi crescono in terreni argillosi ma salini ed a fine aprile il primo fiore: Castraura è molto ricercato. Oggi, marchio registrato tutela il prodotto.
Le caratteristiche
Spinoso ma tenero con foglie allungate si raccoglie sino a giugno e si utilizza per preparare molti piatti. Dall’aperitivo ai condimenti, il suo utilizzo è molteplice.
Un Consorzio lo tutela e dal 2004 è presidio Slow Food.
La storia
Secondo Michele Borgo del Consorzio del carciofo violetto di Sant’Erasmo
” le prime fonti a descriverlo risalgono al 1872, grazie all’avvocato Stivanello e anche da documenti catastali risalenti al 1826 che ne prevedevano la coltivazione soprattutto nelle isole lagunari come Sant’Erasmo, Vignole, Lio Piccolo, Mazzorbo. Sempre nel 2004 abbiamo ricevuto il riconoscimento di presidio Slow Food tra i primi in Veneto. Entrambe queste azioni, ossia la nascita del Consorzio e la titolarità di Slow Food, la riteniamo una scommessa vinta”.
Il Consorzio
Composto da 15 soci, per un totale di circa 115.000 piante. La varietà coltivata è un ibrido di selezione fenotipica che si trasmette da circa un secolo, raggiungendo i 5/6 ibridi che caratterizzano le 4 isole.
La produzione è di circa 115.000 castraure, seguite da 4 botoli, 8 sottobotoli e tre 4 masette per un totale di circa 1.800.000 capolini. La coltivazione vede una densità di impianto di 1 pianta al m2, l’apparato radicale è perenne mentre il ciclo riproduttivo della pianta dura circa 9 mesi, da agosto, periodo del ricaccio del carduccio (piantina nuova) fino ad aprile che inizia la prefioritura e il taglio dei capolini che prosegue fino a circa fine maggio.
Al termine del taglio dei capolini la pianta prosegue con il processo di fioritura e va a produrre i fondi di carciofo, che si ricavano estraendo il ricettacolo dell’infiorescenza.