Museo San Martino, quando i macellai erano mecenati
Museo San Martino, quando macellai erano mecenati. Nel Museo di Napoli una nuova straordinaria esposizione: La Cona dei Lani ovvero il complesso scultoreo in terracotta di epoca rinascimentale che ornava la cappella dei macellai. La cappella era sino al 1943 all’interno della chiesa di Sant’Eligio. Chiesa Angioina in piazza Mercato a Napoli distrutta di bombardamenti americani del 1943. Tra le macerie, negli anni ’60, il ritrovamento di un incredibile tesoro, sepolto molto tempo prima.
Museo San Martino, quando i macellai erano mecenati
La Cona dei Lani, un complesso architettonico gigantesco commissionato dai ‘lani’ macellai nel 1509 a Domenico Napoletano. Sculture enormi che dovevano testimoniare la loro devozione e la loro potenza commerciale nel sistema delle dinamiche socio-religiose dell’epoca. Macellai e mecenati. L’incarico ad un grande scultore che raccontasse vicende religiose attraverso l’arte.
La Cona dei Lani, sepolto, distrutto dalla guerra ed oggi restaurato
E cosi la Natavità ma anche altre storie religiose forgiate dalle mani del Napoletano ornarono per circa due secoli la cappella. Protagonista indiscusso San Ciriaco, un ebreo convertitosi al cristianesimo, patrono della Confraternita dei Macellai. Ma, molte altre dovevano essere le scene dell’opera scultorea cinquecentesca. Opera, che nel ‘700, fu sepolta perché non più idonea, probabilmente perché danneggiata e non restaurabile.
Nei secoli successici l’oblio, quindi a seguito delle distruzioni della seconda guerra mondiale, il ritrovamento di quel che restava dell’opera scultorea. Di nuovo l’oblio, perché i pezzi furono conservati in diversi depositi museale. Quindi, finalmente, nel 2018, la decisione del restauro dei pezzi migliori e quindi, l’esposizione nel Museo di San Martino.
Il ritrovamento negli anni ’60 ed il restauro nel 2018
Il restauro è stato eseguito dal consorzio R.O.M.A con la direzione tecnica di Giuseppe Giordano.
Il progetto di allestimento nel Museo di San Martino diretto da Francesco Delizia, si deve a Cassandra Lo Gatto e Ludovica Giusti, che ha anche diretto i lavori (allestimento: Project e D’Alessandro costruzioni s.r.l.).