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Da Caravaggio ai Social, il cibo sempre guest star

Da Caravaggio ai Social, il cibo sempre guest star

Da Caravaggio ai Social, il cibo sempre guest star. Frutta, uova, selvaggina, polli, verdure e  poi anche piatti cucinati. Da secoli, il cibo è scelto come soggetto da riprodurre. Riproduzioni che hanno seguito l’evoluzione sociale degli strumenti di rappresentazione.  Dal pennello di grandi artisti, come Caravaggio, alla foto scattata con lo smartphone da chiunque e pubblicata sui social, quello che l’uomo ha coltivato, coltiva e mangia ha sempre suscitato interesse, ammirazione e voglia di mostrarlo.

I dipinti raffiguranti,  anche il cibo, sono denominati  in arte ‘Natura morta’ , ma di morto non hanno quasi nulla. Sono oggetti che, grazie all’arte, sono diventati anche essi ‘soggetti’, la loro forma, i loro colori ci raccontano, a distanza di secoli, moltissime cose. Infatti, la loro osservazione ci consente di datare la coltivazione in Italia di determinati frutti e o verdure,  la loro naturale evoluzione e la consapevolezza che, alcuni prodotti non sono più coltivati o non sono più gustati. Così, ad esempio, la presenza di determinati animali, come la selvaggina,  un tempo molto presente sulle tavole soprattutto dei nobili e quasi del tutto assente oggi.

Michelangelo-Merisi-detto-Caravaggio-Ragazzo-con-canestra-di-frutta_-Roma-Galleria-Borghese-©-Mibact-Galleria-Borghese
Michelangelo-Merisi-detto-Caravaggio-Ragazzo-con-canestra-di-frutta_-Roma-Galleria-Borghese-©-Mibact-Galleria-Borghese

Itinerari di viaggio alla scoperta del cibo d’arte

Il viaggio alla scoperta dei grandi artisti, che con la loro arte hanno reso immortali chicchi di uva, tuorli di uova, animali a testa in giù, carne macellata, pesci appena pescati, ha diverse tappe.

All’Ambrosiana  di Milano è conservato il dipinto di un giovane Caravaggio, la Canestra (1596-1600). Gli esperti considerano il dipinto, il primo quadro in assoluto in cui oggetti naturali  hanno una propria autonomia. I frutti quasi acerbi e quelli più maturi posizionati su di una canestra sono di un realismo tale, che potrebbero essere stati raccolti e riposti lì da poche. L’arte straordinaria di Caravaggio ci consegna una istantanea di  uva, fichi e mele che sembrano appena colte. Lo stesso collezionista il cardinale, Federico Borromeo, esaltava sempre questo dipinto che commissionò lui stesso a Caravaggio.

Alla  Galleria Borghese  di Roma, inoltre, sono conservati altri due dipinti di Caravaggio che hanno per protagonista la Natura morta. L’ autoritratto di Caravaggio, Bacco (Bacchino malato), e il  Ragazzo con canestra di frutta, sono due altre meraviglie da vedere. Nella Galleria sono esposte anche altre quattro nature morte, opere del Maestro di Hartford. Fu la passione smodata per l’arte di Caravaggio e per altri autori a far pervenire a Scipione Borghese, queste opere. Le opere di proprietà del cavalier d’Arpino furono a quest’ultimo confiscate dall’allora papa. Il cavalier d’Arpino fu ritenuto responsabile di possesso illegale di archibugi. In realtà l’artista li collezionava.

Dalle collezioni della famiglia de Medici, invece,  sono pervenute alcune nature morte, oggi esposte nel Museo della Natura Morta di villa Medicea di Poggio Caiano. Il Museo nei pressi di Prato è il primo in Europa per questo genere di pittura. Circa 200 dipinti sono esposti al secondo piano della villa medicea. Un percorso intrigante e che conduce all’ammirazione del pennello di altri artisti come Giovanni Garzoni, 1650, o Bartoloneo Bimbi 1770.

 A  Palazzo Reale di Napoli si possono ammirare altre opere. Napoli fu, dalla seconda metà del seicento meta di artisti che si dedicavano alla rappresentazione di oggetti naturali. Sono esposti, ad esempio, quadri del 1700 di Giacomo Nani,  di Scartellato, ma anche del 1800 di Tommaso Realfonso.

 

 

Elisabetta Donadono

Elisabetta Donadono, napoletana, giornalista, comunicatrice e sommelier dell’olio extravergine d’oliva ha ideato prima napolipost.com e poi il grandfood.it. Due esperienze editoriali che propongono una lettura nuova, positiva, emozionale e coraggiosa delle eccellenze d’Italia. Dall’arte al cibo, dal cibo all’arte, i percorsi giornalistici indagano l’arte ed il cibo, raccontandoli in modalità nuova, in chiave originale, in versione fantasiosa. Articoli che hanno anticipato ed anticipano la conoscenza di luoghi, prodotti, persone, oggetti utilizzando di volta in volta tutti i sensi. Il grandfood.it nasce dopo i libri Il Grand Food Campania ed Il Grand Food Lazio, due libri per circa 100 racconti di cibi ‘gustati’ attraverso i monumenti e l’arte osservata cucinando buon cibo. Il Grand Food, in versione web e sociale è una nuova sfida tutta da fare con e per i lettori!

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