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La dieta atireumatica

Sebbene la dieta nelle malattie reumatiche abbia un ruolo non determinante, ma solo complementare alla terapia, esistono alimenti che contrastano l’infiammazione e altri che la favoriscono, mostrando così un potenziale ruolo nel modulare i sintomi, la qualità della vita e la progressione in queste patologie.

La dieta è in grado di influenzare la risposta infiammatoria in quanto i nutrienti condizionano la composizione del microbioma che ne regola la funzione: i microbi benefici producono acidi grassi a catena corta, SCAF, come il butirrato, con effetto anti-infiammatorio e supporto della barriera intestinale, mentre l’alterazione della microflora (disbiosi) causa aumento della permeabilità intestinale (leaky gut), produzione di citochine infiammatorie come TNF-α e IL-6, passaggio di endotossine nel sangue, sviluppo di reazioni infiammatorie locali e sistemiche.

Le raccomandazioni

L’EULAR (European League Against Rheumatism), l’organizzazione che riunisce le Società europee di Reumatologia, ha pubblicato alcune raccomandazioni sulla dieta nelle malattie reumatiche: i criteri principali sono una dieta sana, equilibrata, completa e bilanciata e il controllo del peso.

Per quanto riguarda la composizione qualitativa della dieta, una revisione sistematica e meta-analisi sull’impatto della dieta sull’artrite, pubblicata su “Journal of nutritional science” nel 2020, che ha incluso 5 studi randomizzati e 2 studi prospettici, per un totale di 468 partecipanti, ha concluso che una dieta a basso potere infiammatorio sembrerebbe associata a perdita di peso e a miglioramento dei biomarcatori infiammatori.

I nutrienti antinfiammatori

Sono nutrienti a dimostrata attività antinfiammatoria e antiossidante (in quanto neutralizzano i radicali liberi): Acidi grassi polinsaturi a lunga catena della serie Omega3 e Omega-9 con alto rapporto Omega-3/Omega-6 (gli Omega 6 sono precursori di eicosanoidi pro-infiammatori come prostaglandine e leucotrieni, gli Omega-3 di eicosanoidi anti-infiammatori e resolvine); Acidi grassi monoinsaturi quali l’Acido oleico; Polifenoli (Flavonoidi come quercetina, curcumina, catechine, antociani, naringenina, genisteina; Acidi fenolici come acido caffeico; acido ferulico, acido gallico; stilbeni come resveratrolo; lignani come secoisolariciresinolo, matairesinolo, idrossitirosolo, oleocantale e oleuropeina, carnosolo); Carotenoidi (Caroteni come beta-carotene, licopene; Xantofille come luteina e zeaxantina); Alcaloidi (come capsaicina, berberina, caffeina); vitamine A, C E, D, acido folico; sali minerali quali ferro, potassio, magnesio, zinco e selenio; fibra alimentare (un’indagine che ha analizzato i dati del National Health and Nutrition Examination Survey dal 2011 al 2020 ha osservato una forte correlazione inversa tra assunzione totale di fibre e incidenza dell’artrite reumatoide).

Le fonti

Fonti di questi nutrienti sono: frutta fresca (soprattutto frutti di bosco e agrumi); frutta secca a guscio; verdura (soprattutto a foglia) e ortaggi; uva nera e vino rosso; legumi; pesce azzurro (acciughe/alici, sardine, aringhe, aguglie, palamita, spatole, tonnetto, cefalo, lanterna); pesci grassi o oleosi (salmone, sgombro, pesce spada, tonno); olio di pesce; olio EVO crudo; cereali integrali (pane e pasta di frumento integrale, riso integrale, mais, farro, avena, segale, orzo); pseudo-cereali (quinoa, grano saraceno, amaranto); semi oleosi; carni e formaggi magri, yogurt magro, latte scremato, uova; spezie come curcuma, zenzero, pepe nero; cacao; caffè; the verde; bevande al ginseng.
E’ anche raccomandato curare l’idratazione, bevendo circa 1,5-2 litri di acqua a basso contenuto di sodio.
Vanno invece limitati cibi pro-infiammatori quali alimenti ad alto contenuto di sale, zuccheri semplici ad alto indice glicemico (da bevande zuccherate, dolci e snack), grassi animali, grassi trans (es. margarine, fritti industriali), eccesso di caffè, formaggi, carni rosse, carni grasse (come selvaggina e frattaglie), insaccati, cereali raffinati (es: pane bianco, fette biscottate, crackers, grissini), cibi fritti, cibi lavorati e prodotti confezionati industriali (fast food), bevande alcoliche.
Il modello alimentare della dieta mediterranea ha dimostrato effetti benefici nelle malattie reumatiche. Uno studio osservazionale, condotto in Italia, ha evidenziato un’associazione inversa tra attività dell’infiammazione e livello di aderenza alla dieta mediterranea.
Secondo una ricerca italiana una dieta chetogenica molto povera di calorie, VLCKD (Very Low Calorie Ketogenic Diet), che induce rapidamente uno stato di chetosi, può avere effetti terapeutici nell’artrite psoriasica. I benefici maggiori si sono osservati in chi aveva un peso iniziale più alto o una forma di malattia più attiva.

Carlo Alfaro

Nato a Sant’Agnello il 30/11/1963, vive a Sorrento, con l’amata sorella e i suoi gatti. Medico pediatra, attualmente ricopre l’incarico di Dirigente Medico di Pediatria presso gli Ospedali Riuniti Stabiesi, è inoltre Consigliere Nazionale della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA) e redattore della Rivista ufficiale della Società, RIMA. Appassionato di divulgazione scientifica, dal 2015 è giornalista pubblicista. Ama i bambini, il teatro, il cinema, la musica, i libri e la Natura. Adora recitare e scrivere testi, organizzare eventi culturali e stare sui social.

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