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Il lago e la valle, le terre delle mele annurche

Il lago e la valle, le terre delle mele annurche

LAGO DI AVERNO

Il Lago d’Averno nei Campi Flegrei,  era, prima per i greci e poi per i romani, l’ingresso all’oltretomba-inferi. Enea vi giunge, dopo aver gettato l’ancora dinanzi le spiagge di Cuma facendo tappa prima dinanzi il Tempio di Giove e poi verso un lato scavato nella rupe. La Sibilla lo attende. Il testo di Virgilio è chiaro nel raccontare il misterioso viaggio di Enea. I misteri, attraverso la leggenda, avvolgono ancora questa terra. Un cratere, all’origine, che ha accolto l’acqua trasformandosi nei secoli un lago. Un lago le cui esalazioni di idrogeno solforato e acido carbonico impedivano la vita. Da qui l’essere luogo ideale per ambientare il racconto della porta degli Inferi.

Poi l’intervento dell’uomo, con la costruzione del porto militare ne ha modificato il paesaggio, consentendo di far crescere piante, alberi e di dare ospitalità a meravigliose specie di uccelli ed altri animali

Ed il Tempio di Giove è uno dei monumenti archeologici che testimoniano come questo luogo fosse caro ai Romani anche perché che lo utilizzavano, come porto militare (Portus Iulius). Marco Vespasiano Agrippa con un canale lo collegò al mare. L’area divvenne navigabile ed il paessaggio naturale, originariamente ricco di cambiò.

IL CRATERE DEL DESTINO

Il lago che nasce all’interno di un cratere con acque immobili e ‘cupe’, come si legge in molte descrizioni culturali e scientifiche,  è per chi lo visita un lago con acque certamente stagnanti, ma che generano allo sguardo un movimento di sensazioni.  E’ un mix di passato e presente, di natura e archeologia, di insediamenti moderni, non del tutto adeguati al suo valore paesaggistico ed artistico, all’interno di un contesto straordinario. E’ parte del sistema del parco dei Campi Flegrei, e soprattutto meta di tantissimi turisti che lo frequentano in ogni stagione dell’anno.

Qui crescevano le piante di melo della varietà mela annurca. La ‘mala orcula’ descritta da Plinio è tra le più antiche varietà di mela in Italia. Ancora oggi nell’intera area dei Campi Flegrei e di Giugliano si coltivano meli di mela annurca.

VALLE DI MADDALONI

Se si vuole proseguire il viaggio per gustare e conoscere questo prodotto si può raggiungere una delle aree interne della Campania in provincia di Caserta: Valle di Maddaloni, con gli altri paesi circostanti.
Qui la mela annurca è di casa. I melai sono uno spettacolo realizzato dalla natura per la vista dell’uomo e per donargli un frutto buono e salutare.
La visita ai melai di una delle aziende del luogo, sono una tappa importante.

ACQUEDOTTO CAROLINO

Ma lo sguardo nel raggiungere Valle di Maddaloni si perde anche ammiirando l’Acquedotto borbonico o carolino. Nel tratto esterno è lungo cinquecento metri per sessanta metri di altezza e tre ordini di archi. L’acquedotto per portare acqua alle fontane della Reggia di Caserta è una opera di Luigi Vanvitelli costruita a partire dal 1753 e che lungo complessivamente 38 km.

Elisabetta Donadono

Elisabetta Donadono, napoletana, giornalista, comunicatrice e sommelier dell’olio extravergine d’oliva ha ideato prima napolipost.com e poi il grandfood.it. Due esperienze editoriali che propongono una lettura nuova, positiva, emozionale e coraggiosa delle eccellenze d’Italia. Dall’arte al cibo, dal cibo all’arte, i percorsi giornalistici indagano l’arte ed il cibo, raccontandoli in modalità nuova, in chiave originale, in versione fantasiosa. Articoli che hanno anticipato ed anticipano la conoscenza di luoghi, prodotti, persone, oggetti utilizzando di volta in volta tutti i sensi. Il grandfood.it nasce dopo i libri Il Grand Food Campania ed Il Grand Food Lazio, due libri per circa 100 racconti di cibi ‘gustati’ attraverso i monumenti e l’arte osservata cucinando buon cibo. Il Grand Food, in versione web e sociale è una nuova sfida tutta da fare con e per i lettori!

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