STREET FOOD, A POMPEI RITROVATA TAVOLA CALDA
STREET FOOD, a Pompei ritrovata tavola calda. Una tavola calda che vendeva anatre e carne oltre a vino. Le decorazioni del bancone – le prime emerse dallo scavo – presentano sul fronte, l’immagine di una Nereide a cavallo in ambiente marino. Inoltre, sul lato più corto l’illustrazione, probabilmente, della bottega stessa alla stregua di un’insegna commerciale. Il ritrovamento, al momento dello scavo, di anfore poste davanti al bancone rifletteva non a caso l’immagine dipinta. Rinvenuti anche resti alimentari, ossa di animali ed umane.
STREET FOOD, RECIPIENTI CON RESTI DI CIBO
La tavola calda chiamata ‘termopolio’ è una delle più antiche mai ritrovate. In questa nuova fase di scavo, sull’ultimo braccio di bancone portato alla luce sono emerse altre pregevoli scene di nature morte. Sono raffigurati anche animali, probabilmente macellati e venduti nel locale.
Frammenti ossei, pertinenti gli stessi animali, sono stati inoltre rinvenuti all’interno di recipienti ricavati nello spessore del bancone contenenti cibi destinati alla vendita. Come le due anatre germane esposte a testa in giù, pronte ad essere preparate e consumate, un gallo e un cane al guinzaglio, quasi un monito alla maniera del famoso Cave Canem.
Una sbeffeggiante iscrizione graffita “Nicia cineade cacator” si legge sulla cornice che racchiude il dipinto del cane: Nicia ( probabilmente un liberto proveniente dalla Grecia) Cacatore, invertito! Forse lasciata da un buontempone che aveva voluto prendere in giro il proprietario o da qualcuno che lavorava nel termopolio.
STREET FOOD, LA BOTTEGA CHE VENDEVA ANATRE E CARNE
Di fronte al termopolio, nella piazzetta antistante, erano già emerse una cisterna, una fontana, e una torre piezometrica ( per la distribuzione dell’acqua), dislocate a poca distanza dalla bottega già nota per l’affresco dei gladiatori in combattimento.
NELLA TAVOLA CALDA ANCHE VINO E OLIO
Inoltre nel termopolio è stato rinvenuto diverso materiale da dispensa e da trasporto: nove anfore, una patera di bronzo, due fiasche, un’olla di ceramica comune da mensa. Il piano pavimentale di tutto l’ambiente è costituito da uno strato di cocciopesto (rivestimento impermeabile composto da frammenti in terracotta), in cui in alcuni punti sono stati inseriti frammenti di marmi policromi (alabastro, portasanta, breccia verde e bardiglio).
I TERMOPOLI, LE TAVOLE CALDE DEI ROMANI
I termopoli, dove si servivano bevande e cibi caldi, come indica il nome di origine greca, conservati in grandi dolia (giare) incassati nel bancone in muratura, erano molto diffusi nel mondo romano, dove era abitudine consumare il prandium (il pasto) fuori casa. Nella sola Pompei se ne contano una ottantina.
Altro dato interessante è il rinvenimento di ossa umane, ritrovate, purtroppo, sconvolte a causa del passaggio di cunicoli realizzati nel XVII secolo da scavatori clandestini in cerca di oggetti preziosi.
Alcune sono pertinenti ad un individuo di almeno 50 anni. L’uomo verosimilmente al momento dell’arrivo della corrente piroclastica era su un letto o una branda. Lo testimoniano il vano per l’alloggiamento del giaciglio e una serie di chiodi e residui di legno rinvenuti al di sotto del corpo.
Altre ossa, ancora da indagare sono di un altro individuo, e sono state rinvenute all’interno di un grande dolio, forse qui riposte sempre dai primi scavatori.
FOTO GALLERY DI LUIGI SPINA